Un Pensiero per Giovedi Santo!

Qui a Kisarawe viviamo questa settimana Santa con uno stato d’animo molto particolare. Cio' non solo per le funzioni religiose così ricche di significato per chi, come i nostri anziani, gli ammalati che soffrono nel corpo, per le mamme singole e per i giovani che si sentono solo ed abbandonati, vive la passione.Oggo, giovedi santo, vogliamo riflettere sulla liturgia carica di riti significativi.

Il condividere con noi il pasto solenne dell'Ultima Cena arricchisce il cammino pasquale per tutti noi perché apre a noi la dimensione della vicinanza di un Dio che si fa nel pane e nel vino il Corpo e il Sangue di Gesù.
Arricchisce il cammino pasquale perché ci orienta all'annientamento, in questi due simboli, nella persona stessa di Gesù che serve i suoi; quindi, nel passaggio a noi (pasqualità della fede).

Eccp,proprio qui arriviamo al punto, al messaggio stupendamente antico e modernissimo per il mondo di oggi, in attesa di un'alba pasquale rinnovante: nel perdersi si semina la vita nuova. Nel perdersi dei segni e del segno stesso della nostra persona, ci dice e ci mostra Gesù.

Ecco perché l'Ultima Cena è efficace testamento: Gesù lascia i suoi nel senso più vero: nei suoi segni, in Lui stesso chiamato a scomparire, e chiede a noi di fare altrettanto. Anch'io devo scomparire! Tutti noi dobbiamo scomparire come Lui!

Dunque, questa Cena Santa ci rende sacerdoti soprattutto 'oltre' questo annientamento: ecco il sacerdozio umano, di tutti, e quello specifico, dei suoi; ecco il sacerdozio di Gesù, fondato e fondante sulla Parola che mette in circolazione la vita che pareva solo morta e dissipata.

L'Ultima Cena anticipa (come ogni altro atto liturgico del Triduo Pasquale) il passaggio che verrà amplificato e attestato con solennità il giorno di Pasqua: quello dalla morte alla vita. Infatti leggiamo dal Es 12,1-8.11-14. La pasqua per la nuova comunita' dei credenti, i figli di Israele.

L'Ultima Cena, quindi, è l'antipasto della Pasqua.
Quindi non è solo 'Ultima' nel tempo della fine, ma nel fine stesso: è l'Unica', e in questo senso anche la 'Prima' di tutte le altre esperienze di condivisione dell'umanità in cammino verso la Pasqua eterna.
Il Giovedì Santo attualizziamo allora il mangiare nostro con Dio stesso.
Intanto se Pietro non è disposto a condividere la dinamica dell'amore che si manifesta nel servizio reciproco non può condividere l'amicizia con Gesù e rischia, davvero, di autoescludersi. Dove sei nel tuo cammino verso la Pasqua eterna? Al punto di rifiuto come Pietro o sei gia' avanti, pronto a ricevere e donarsi come il Signore vuole? Deo Gratias!

Comments

Popular posts from this blog

TYCS - Muungano wa Mt. Cottolengo (MOCK)

Mwana Mpotevu au Waana Wapotevu?